Un Seiko Perpetual per i Samurai Blu U20; commissionato dalla JFA e appartenuto al Dottor Nozumu O'hata

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    Questo è uno di quei casi, dove l'orologio diventa marginale ai fini della presentazione. La parte storica infatti non riguarderà l'orologio che di per sé non ha molto da raccontare, ma parleremo per quale realtà venne commissionato con una particolarità che lo rende di fatto un caso più unico che raro, ossia quella di conoscere il possessore diretto dell'orologio.

    Sarà un Topic calcistico riguardante il fenomeno del futtobōru nome di derivazione britannica dal termine "football" o del sakkā di ispirazione americana.

    Prima di Holly e Benji che all'epoca incredibilmente risultavano i calciatori giapponesi più famosi al mondo, prima della storica vittoria della Coppa D'Asia del 1992, prima della qualificazione ai mondiali di Francia del 1998 con in campo Hidetoshi Nakata all'epoca nelle fila del Perugia del latitante Gaucci, il Giappone ha recentemente festeggiato i 103 anni di storia calcistica.

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    La Federcalcio giapponese fu fondata nel 1921, grazie soprattutto agli sforzi di William Haigh, un diplomatico britannico in Giappone che nel 1919 regalò la replica in argento della FA Cup inglese, la più antica competizione calcistica al mondo. Il contributo di William Haigh fu fondamentale per stringere rapporti con la federazione inglese, allora la più importante al mondo.
    La replica denominata FA Silver Cup venne consegnata nel 1921 alla Tokyo SC, vincitrice della prima storica competizione calcistica giapponese, oggi chiamata Coppa dell'Imperatore (l'equivalente della nostra Coppa Italia):

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    Purtroppo, la storica coppa scomparve durante la seconda guerra mondiale, quando i trofei sportivi furono sequestrati affinché i loro metalli preziosi potessero essere destinati allo sforzo bellico. La guerra isolò per qualche tempo il Giappone dal resto del mondo. Fu solo nel 1950 che alla nazione fu permesso di rientrare nella FIFA, la federazione mondiale di questo sport. Il Giappone mandò la prima squadra alle qualificazioni ai Mondiali del 1954.

    Dopo una lunga crisi, nel 1960 la nazionale giapponese accolse l'allenatore della Germania occidentale Dettmar Cramer, che iniziò a creare un programma giapponese con lo scopo di rendere competitiva la nazionale. Con il suo aiuto la squadra raggiunse gli ottavi di finale ai Giochi Olimpici di Tokyo del 1964 e vinse la medaglia di bronzo ai Giochi di Città del Messico quattro anni dopo. Su sollecitazione di Cramer, il Giappone istituì anche la sua prima lega nazionale, la Japan Soccer League.

    La JSL rimase attiva negli anni '80, fino a quando aumentò la pressione per professionalizzare lo sport in Giappone. La J. League, la prima lega professionistica della nazione, ha dato il via alle sue prime partite nel 1993. Da allora in poi il calcio in Giappone ha fatto passi da gigante anche grazie all'acquisizione di calciatori stranieri (tra cui il nostro Totò Schillaci).

    Nel frattempo il 1992 risulta un anno storico per il Giappone dove non solo ospita per la prima volta la Coppa D'Asia, ma riesce a portare a casa la prima delle 4 Coppe contro la più quotata Arabia Saudita:

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    Nel 1998 la squadra giapponese raggiunse la prima qualificazione delle fasi finali da allora consecutive della Coppa del Mondo. Nel 2002, il Giappone ospitò la fase finale della Coppa del Mondo insieme alla Corea del Sud.

    Nel 2011 anno del novantesimo anniversario della Federcalcio giapponese, il Giappone venne colpito dal terribile terremoto che portò quasi 20.000 vittime. In segno di vicinanza la Federcalcio inglese ricreò la FA Silver Cup perduta durante la guerra:

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    Nel bel mezzo del disastro dell'11 marzo, la Nadeshiko Japan, la squadra nazionale femminile, portò a casa per la prima volta in assoluto la Coppa del Mondo femminile.

    Dopo un breve excursus storico della Federazione e della nazionale, passiamo nel vivo della personalizzazione di questo Seiko.

    Come già accennato, il modello in sé non ha grandi particolarità se non di far parte di quel design ricercato e con ogni elemento funzionale integrato al disegno stesso, una serie prodotta a cavallo tra i '90 e i 2000 che caratterizzò la prima produzione dei nuovi calibri 8F Perpetual. Disponibili in due materiali (titanio e acciaio) e anche in versione GMT:


    Dunque apparentemente un classico SLL013 in titanio, ma solo all'apparenza.

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    Questi furono orologi senz'altro commissionati dalla JFA, si scelse il modello con quadrante blu presumibilmente a richiamo della maglia dei Samurai con i dettagli dorati che apparivano perfetti per integrare a ore 6 lo stemma monocromatico della JFA dell'epoca:

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    Se il design nel corso degli ultimi 36 anni ha subito modifiche estetiche e cromatiche (dal '96 al 2010 accanto alla banda centrale rossa compariva il giallo al posto del bianco precedente e attuale), il simbolo della nazionale, ovvero lo Yatagarasu (八咫烏), il corvo a tre zampe, ha da sempre avuto la sua funzione di emblema fin dai tempi dell'Impero Giapponese:


    Nella mitologia Giapponese, il corvo appartiene alla dea del Sole Amaterasu dove nel primo testo narrativo del paese a noi conosciuto, il Kojiki (古事記), si narra che guidò verso la giusta direzione il primo imperatore Jimmu nella sua avanzata da oriente a occidente per la conquista dell'isola.

    Dunque il lato frontale l'abbiamo analizzato, e già di per sé sarebbe abbastanza per decretare l'orologio come degno di interesse collezionistico, ma è il fondello la vera chicca del pezzo arrivato tra le mie mani:

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    In alto a cornice delle incisioni di fabbrica appare la scritta: 10th FIFA World Youth Championship Nigeria 1999 . Molto esplicativa, questi orologi furono donati in seguito alla Coppa del Mondo U20 organizzata nel 1999 in Nigeria. A differenza dell'immaginaria formazione giapponese capitanata da Capitan Tsubasa che vide la spedizione vincitrice proprio della Coppa del Mondo U20, la formazione reale accarezzò il sogno intraprendendo comunque una cavalcata verso la finale a dir poco entusiasmante. Il Giappone arrivò primo nel suo gruppo battendo 2 reti a 0 l'Inghilterra di Ashley Cole e Peter Crouch. La fase finale invece vide battere l'Uruguay di Forlan che a sua volta aveva eliminato il Brasile di Ronaldinho fino a scontrarsi con la Spagna:

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    Il Giappone venne travolto dalla Spagna che in formazione contava 3 futuri campioni del Mondo del 2010: Xavi, Casillas e Marchena.

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    Nella prima fila delle incisioni centrali appare la scritta Runners-Up, ovvero secondi classificati. Questi orologi furono donati alla spedizione giapponese che portò a casa uno storico piazzamento mondiale.

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    Adesso le cose iniziano non solo a essere interessanti ma davvero specifiche. Nella seconda fila è incisa la scritta Head of Delegation ossia capo delegazione, sotto il nome del suo proprietario: Nozumu O'hata.

    Il Dottore O'hata fa parte della Football Hall of Fame presente nel Japan Football Museum:

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    Solo le persone che hanno avuto un ruolo determinante per la crescita del movimento calcistico giapponese hanno il privilegio di farne parte.

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    Nato a Kyoto il 25 novembre 1930

    Gioca dapprima a calcio nella vecchia Seijo High School (ora equivalente alla scuola media), prima di passare a giocare nella nuova Seijo High School e nella Jikei University School of Medicine.
    Studia e lavora presso il Dipartimento di Chirurgia Ortopedica dell'università, prima di diventare professore nel 1984. L'anno successivo fonda il primo ambulatorio sportivo per un'università di medicina giapponese presso il Centro di medicina del benessere dell'Università di Jikei. Viene nominato direttore di questo centro e come professore di medicina dello sport nel 1993. Diventa professore ospite alla Jikei University School of Medicine nel 1996.

    Inizia il lavoro medico all'interno della JFA nel 1964 e serve come primo medico della squadra nazionale giapponese ai 6° Giochi asiatici nel 1970. Continua ad accompagnare la Nazionale per circa dieci anni e costruisce una struttura per fornire feedback medico all'interno degli ambienti sportivi. Nominato primo medico di squadra di un club giapponese presso il Mitsubishi Heavy Industries Football Club nel 1971, istituisce il JSL Team Doctors' Council nel 1974. Diventa presidente del JFA Sports Medicine Committee nel 1977 (in carica fino al 1998), dove instilla l'importanza delle cure mediche nel calcio giapponese, fondando il Football Medical Science Study Group e il Seminario dei medici sportivi, introducendo i controlli antidoping nella J. League nel 1995. Collabora con la CAF per ospitare congiuntamente un seminario di medicina dello sport a Pretoria, nel Sud Africa nel 1996 e contribuisce alla candidatura giapponese per la Coppa del Mondo FIFA 2002.

    Supervisiona l'amministrazione medica e i controlli antidoping durante la Coppa del Mondo FIFA (cinque tornei consecutivi da Italia '90), le Coppe d'Asia AFC e altri importanti tornei internazionali come membro del Comitato di medicina sportiva FIFA (1982-2006) e presidente del Comitato medico AFC (1983-2002; membro dal 1979). Gli venne assegnato un premio speciale dalla FIFA al suo ritiro nel 2006, in riconoscimento dei suoi numerosi successi. Ospita numerosi incontri e seminari di medicina dello sport in tutta l'Asia, a partire dalla prima Conferenza asiatica di scienza e medicina del calcio (Tokyo) nel 1995 – il suo contributo alla diffusione e al miglioramento della medicina dello sport in Asia lo ha visto diventare noto come "il padre della Medicina sportiva asiatica". Riceve l'AFC Distinguished Service Award nel 1992 e nel 2002.

    É venuto a mancare recentemente all'età di 93 anni.


    Possiamo chiudere la parantesi calcistica con un dato nazionale, ovvero i giapponesi che hanno giocato in Serie A. Con l'arrivo di Kamada alla Lazio siamo arrivati a 13 giocatori giapponesi che hanno calcato i campi italiani. Dei 13 possiamo contare un fuoriclasse assoluto ossia Nakata, Nakamura che passato dalla Reggina approdò al Celtic arrivando a classificarsi tra i candidati al pallone d'oro, giocatori che hanno fatto una carriera comunque di livello qui in Italia come Nagatomo e Morimoto oppure all'estero come Tomiyasu, onesti mestieranti alla Yoshida, per poi finire nei flop come Honda al Milan e il resto della ciurma tra cui Yanagisawa che potete ammirare sullo sfondo delle foto :D (Kamada speriamo non finisca in questo gruppo).

    Nagatomo: 186 presenze
    Nakata: 182 presenze
    Morimoto: 104 presenze
    Honda: 81 presenze
    Nakamura: 80 presenze
    Yoshida: 72 presenze
    Tomiyasu: 61 presenze
    Yanagisawa: 44 presenze
    Nanami: 24 presenze
    Miura: 20 presenze
    Oguro: 10 presenze
    Ogasawara: 6 presenze


    Portato da Marotta nel 2003, rientra di diritto nelle sue trattative paranormali durante la sua gestione Samp insieme a un Vieri presentato e mai arrivato nemmeno al campo di allenamento oppure il tesseramento del figlio di Gheddafi...

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    Un titolo che oggi finirebbe dritto in parlamento...



    Chiudiamo il Topic con l'unico esemplare scovato sul web:

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    Parto dal presupposto che non credo che questi orologi fossero venduti al pubblico, ma che furono dati in omaggio ai partecipanti alla spedizione in Nigeria. In questo esemplare sotto la scritta che attesta la medaglia di argento non appare nessun'altra incisione che certifichi l'orologio come appartenente a un membro specifico. Presumo che questo tipo di orologio "sterile" venisse dato ai membri di "contorno", mentre solo le persone di rilievo all'interno della spedizione mondiale avessero diritto a un modello nominativo come a punto il capo delegazione oppure per esempio l'allenatore e la squadra.
     
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    Grazie Det. per questa storia che abbraccia due passioni, quella calcistica e quella per Seiko.

    A quanto pare sei divenuto proprietario di un esemplare davvero raro...complimenti.

    Solo non ho capito se il tuo esemplare sia stato effettivamente di proprietà di Nozumu O'hata (aspetto clamoroso se così fosse) oppure di una persona facente parte della comunque ristretta cerchia afferente al Head of Delegation.

    Edit: dal titolo ho capito che era proprio il suo!

    Ricordo con ammirazione e nostalgia Hidetoshi Nakata quando indossava la maglia giallorossa.

    La sua rete alla Juve al 79' che diede il via alla rimonta romanista, ha contribuito enormemente alla conquista del terzo (ed ultimo, finora... :wall: ) scudetto.

    Ricordo che quell'anno lo stadio era pieno di giapponesi, che inserivano tra le tappe del tour romano una "escursione" all'Olimpico per veder giocare il loro connazionale.

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    Grazie ancora per questa storia (e per i ricordi).

    Edited by F78 - 29/2/2024, 17:17
     
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    Bel post, pure per un non-appasionato di calcio come me.

    Adoro queste tue ricostruzioni storiche, sempre accurate ed approfondite, indipendentemente dall’argomento e dall’orologio che ha, anche in questo caso, un ben preciso rilievo collezionistico.

    Oltre ad un 8F32 dentro che non guasta mai :D
     
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    Il contesto sportivo è uno degli ambiti in cui Seiko si esprime al meglio.
    Credo di avere un catalogo del 2000 con le referenze perpetual calendar.
    Il titanio esalta il design di queste referenze tecniche.
    il calibro perpetual è un vero gioiello
     
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    Sempre una chicca questi post, ricchi di passione e documentazione. Si può constatare, una volta di più, come molto spesso Seiko realizzi oggetti di una valenza intrinseca indiscutibile, ma che ai più risulta quasi (anche senza il quasi), trascurabile, perfino anonima.. (e lo si legge in quei miseri post a giro per la rete); calibri come l'8F32, materiali come il titanio vengono snobbati, di conseguenza come può interessare ai miopi una testimonianza preziosa come quella elargitaci poc'anzi?

    Bene per queste luci nell'ombra, bene per questi saperi profusi che tanti non hanno la ragione di cogliere.
    Grazie.

    P.S. Hidetoshi Nakata è passato anche dai campi verdi di queste parti, senza lasciare molto il segno (non certo per demeriti suoi, quanto della squadra), la mia memoria di non tifoso lo ricorda per certe rime goliardiche legate al suo cognome, ma questa è la dura legge del pallone.
     
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5 replies since 29/2/2024, 15:21   406 views
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